L’agricoltura secondo Nicola Radice Fossati

Nicola Radice Fossati

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Tre secoli di terra

Quando si parla di Radice Fossati si parla di trecento anni di agricoltura nel cuore della Lomellina, terra di riso nella Lombardia occidentale. Nicola è il rappresentante dell’attuale generazione in carica e ne sente tutta la responsabilità.

“Il ruolo dell’agricoltura” - racconta Nicola - “è prima di tutto quello di prendersi cura del territorio. Noi agricoltori ci siamo presi questo onere perché siamo gli unici che lo conoscono davvero. Lo abbiamo fatto fruttare, ci conviviamo da sempre in un modo talmente simbiotico da esserne i tutori più amorevoli. Questo significa ripensare costantemente l’idea di agricoltura. È impensabile al giorno d’oggi considerare un modello di produzione lineare - adottato comunemente - dove si usa energia per produrre qualcosa che in parte va a finire nei rifiuti. L’economia circolare, della quale la mia famiglia si occupa da tempi non sospetti, è invece l’unico modo, quello più naturale di fare agricoltura e allevamento. Del resto l’agricoltura “sana” è sempre stata sostenibile.

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Nuove sfide, nuovi orizzonti

Per secoli l’agricoltura - che è un’attività per sua natura conservativa - ha reiterato modalità, attività e riti non sempre compatibili con la salute e il rispetto del territorio. Poi la generazione di mio padre si è trovata ad avviare una rivoluzione nella quale siamo ancora immersi. È una rivoluzione prima di tutto tecnologica e di filiera. Dopo un lungo periodo nel quale l’agricoltura è stata un’attività prettamente conservativa, negli ultimi anni ci si è trovati di fronte a sfide molto complesse. Il cambiamento climatico, per esempio, che porta con sé la necessità di coltivare nuovi prodotti attraverso nuovi processi e una marcata attenzione per l’impronta ecologica che il nostro settore non può trascurare. Sempre di più l’impresa agricola fa parte di un “sistema integrato” nel quale attività diversificate la rendono un’impresa multifunzionale che si occupa di produzione, ricezione turistica (basti pensare al successo del modello degli agriturismi) e innovazione trasformandola in un vero e proprio punto di riferimento per la comunità in cui opera, senza dimenticare il ruolo attivo che svolge nella produzione di energia di cui ha bisogno per assolvere tutti questi compiti. A tal proposito la nuova impresa agricola deve essere in grado di dialogare con l’industria della trasformazione, con le compagnie energetiche, con il trade facendo sistema con le altre imprese agricole.

Perché BEF Biosystems

BEF Biosystems è la perfetta incarnazione di un tipo di economia che combina sinergicamente le caratteristiche naturali di quattro elementi: energia, insetti, scarto alimentare ed economia del territorio. È il tassello essenziale di un sistema che riduce lo scarto, produce valore e incrementa l’economia delle imprese agricole. Per questa ragione mi sento un po’ un ambasciatore di questa ri-scoperta del mondo degli insetti nel mondo agricolo. E non solo a parole.

A partire da quest’anno, la nostra impresa agricola sarà tra le prime ad entrare nel circuito produttivo di BEF Biosystems impegnando il nostro allevamento di suini nel progetto di svezzamento dei suinetti. L’agricoltura è di fronte ad una responsabilità grande e opera in un ambiente che sta cambiando radicalmente. Per questo deve essere pronta a cambiare anch’essa, riscoprendo le sue radici di attività sostenibile e custode del territorio, traendo vantaggio dalla sinergia con altre forze produttive, esplorando costantemente nuovi orizzonti produttivi e di innovazione.

Ho una figlia che spero erediti l’impresa di famiglia. Vorrei lasciarle un’azienda in buona salute, rispettosa e proiettata in quel futuro che sarà lei a costruire.”

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