Il valore ambientale dell’allevamento di insetti è dimostrato da numerosi studi.

L’impatto ambientale in termini di consumo di suolo è minimo, così come il consumo di acqua. Inoltre, le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di metano (CH4) sono notevolmente inferiori rispetto al trattamento dei materiali utilizzati come substrati in altri sistemi di smaltimento o compostaggio, dal momento che il carbonio viene processato dalle larve e trasformato in proteine, lipidi ed altre sostanze utili evitandone l’immissione nell’ambiente.

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È un dato ormai acquisito che l’allevamento di insetti porterà a delle radicali trasformazioni nella produzione di mangimi, se non altro perché il principale componente proteico animale impiegato nel settore è la farina di pesce la cui produzione non può aumentare senza produrre effetti devastanti sul piano ambientale e occorre trovare dei sostituti.
In secondo luogo, il riciclo di scarti organici con gli insetti rappresenta una possibilità destinata a rivoluzionare entro pochi anni il concetto stesso di rifiuto organico.
Ci sarà probabilmente anche una ulteriore spinta all’affermazione del settore in relazione alle progressive autorizzazioni da parte della Commissione Europea al commercio di insetti edibili. 

  • Sulla base di queste considerazioni ci sembra importante chiarire perché l’affermazione di questa nuova filiera agricola, che viene ancora vista con sospetto da molte persone, in realtà è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica
  • Proponiamo pertanto alcune osservazioni in merito al valore ambientale e sociale della nostra proposta.

Impatto economico

Le ricadute economiche e competitive per le aziende del Network saranno molteplici, dal momento che queste saranno poste nelle condizioni di ottenere dei prodotti finali qualitativamente migliori, a valore aggiunto, poiché associati ad un sistema di economia circolare e ad una filiera territoriale tracciabile e certa.

Un importante fattore di impatto economico da non sottovalutare è legato al risparmio di cui i contribuenti beneficeranno grazie alla minore produzione di rifiuti. Per ogni kg di farina di insetto prodotta con insetti alimentati con scarti, il contribuente – tra minore spesa pubblica o tariffe – risparmierà tra i 7 e i 10 euro. 

La raccolta differenziata di rifiuti organici in Italia costa, a seconda del livello di efficienza dei consorzi coinvolti nella gestione, tra i 35 e i 70 centesimi. Poiché per ottenere un kg di farina di insetto si debbono utilizzare in media 16 kg di materiali organici, il calcolo dell’impatto economico positivo è semplice aritmetica.

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Impatto ambientale e sociale

Le Bugsfarm potranno valorizzare materiali di scarto prodotti localmente, inserendoli in un circuito di economia circolare e di riduzione dello spreco alimentare e della produzione di rifiuti.
L’allevamento di larve d’insetto porterà, inoltre, alla produzione di mangimi con proteine e grassi di alta qualità, con un impatto ambientale minimo per quanto riguarda il consumo del suolo, delle risorse idriche e dell’utilizzo delle fonti energetiche, che saranno di tipo rinnovabile. 

Minori importazioni di mangimi significano anche minori produzioni di CO2 oltre al vantaggio di mantenere risorse alimentari a disposizione dei paesi produttori.

La selezione genetica - che nel tempo si perfezionerà - permetterà di adattare i nuovi genotipi all’utilizzo di una gamma più ampia di sottoprodotti e residui agroindustriali, valorizzando ulteriormente i materiali di scarto prodotti localmente e inserendoli in un circuito di economia circolare e di riduzione dello spreco alimentare.

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Impatto atteso sulla filiera e sul territorio

Dal punto di vista sociale, il progetto prevede la valorizzazione del lavoro del territorio (per la gestione dell’allevamento, per la selezione genetica, per il recupero degli scarti e per la valorizzazione del prodotto larva), coinvolgendo e rendendo protagoniste le realtà produttive che operano nell’area collegata ad ogni Bugsfarm.

Il nostro programma avrà, inoltre, un potenziale impatto positivo sul reddito degli imprenditori agricoli, includendone nuove possibili fonti legate all’agricoltura e garantendo una trasparenza ed una struttura dei prezzi equa lungo la catena del valore.

Questo impatto, unitamente al miglioramento della sostenibilità delle filiere alimentari - attraverso un uso efficiente delle risorse naturali ed una riduzione delle perdite post-raccolta e degli scarti - costituirà un beneficio per la filiera e per il territorio.

È noto che il tema dell’allevamento degli insetti sia decisamente controverso, soprattutto a causa di una sintesi mediatica che sinora non ha saputo andare oltre al folklore o la superficie della questione.

Alla BEF crediamo in tal senso che non vi siano reali possibilità di fermare l’oggettiva rivoluzione che lo sviluppo di questa nuova specializzazione zootecnica porterà nelle filiere agroindustriali mondiali:

  • Deficit Proteico: l’Italia e l’Europa importano una quota elevata di materie prime per mangimi, come soia e farina di pesce. In questo contesto l’allevamento degli insetti si propone come una valida soluzione alternativa all’importazione, sia per il loro contenuto in proteine, sia per la possibilità di poterli allevare su una vasta gamma di substrati.
  • Economia circolare: l’utilizzo di scarti e sottoprodotti generati da altre filiere consente di recuperare e valorizzare un’importante fonte di materiale organico che, trasformato in biomassa d’insetto, acquisisce un nuovo valore sotto forma di mangime.
  • Sostenibilità: relativamente al comparto mangimistico, l’elemento qualificante la produzione di materie prime a base d’insetto rispetto alle farine tradizionali è la ridotta impronta ecologica.

Il valore ambientale dell’allevamento di insetti è dimostrato da numerosi studi; nella figura sotto si propone una comparazione tra l’impatto ambientale dei processi produttivi dei principali componenti impiegati nella produzione di mangimi rispetto alla produzione di farina e olio di insetto.

Fonte: Sustainability 2020, 12, 10333; doi:10.3390/su122410333  Symbiosis in Insect - Production-A Sustainable Eco-Efficient and Circular Business Model

Fonte: Sustainability 2020, 12, 10333; doi:10.3390/su122410333 Symbiosis in Insect - Production-A Sustainable Eco-Efficient and Circular Business Model

La tabella confronta l’impatto ambientale dei processi produttivi dei principali componenti impiegati nella produzione di mangimi con quello della produzione di farina e olio di insetto.

Gli insetti possono aggiungere un nuovo strato alla scala gerarchica dei rifiuti

Attualmente, in Italia, la gran parte dei rifiuti e dei residui organici viene trattata per produrre energia o compost. Nel primo caso, il sistema si regge grazie alle importanti incentivazioni tariffarie concesse dallo Stato, nel secondo grazie agli alti costi di conferimento pagati dalle utenze pubbliche e private. In realtà, la bio-conversione effettuata con l’impiego di larve non è che un processo accelerato di compostaggio, che “estrae” dagli scarti organici le componenti più redditizie: per questo motivo il valore delle produzioni derivate dalla bio-conversione (farina e olio proteico, derivati chimici, ammendanti...) è in grado di remunerare l’investimento senza necessità di contribuzioni pubbliche. Quindi, per quanto di recentissimo sviluppo, la bio-conversione dei materiali con l’impiego di larve va vista come una realtà in grado di rivoluzionare il significato tradizionale di “scarto organico”, favorendo e indirizzando lo sviluppo di nuova impresa sia per le tecnologie che per i processi o i servizi.


È un processo perfettamente in linea con quanto disposto dalla Direttiva 2008/98/CE che stabilisce in modo inequivoco l’ordine di priorità nelle scelte di trattamento dei rifiuti (prima il riutilizzo, poi il riciclo infine la valorizzazione energetica e la posa in discarica).

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L’impiego di insetti nei mangimi arricchisce gli standard di eccellenza dei prodotti perché aggiunge qualità alle componenti alimentari dei mangimi ma aumenta anche la sostenibilità delle aziende che li producono. L’impronta ecologica di un allevamento di insetti è molto più bassa di qualunque altro tipo di allevamento sia per quanto riguarda la produzione di CO2 sia per il consumo della risorsa idrica. Un esempio: un allevamento di bovini libera 295 chili di CO2 per ogni chilo di proteine prodotte, un allevamento di insetti ne libera 15. Una larva, anche se consuma oltre un chilo e mezzo di mangime, mangia comunque cinque volte meno di un bovino.

E il consumo di risorse idriche non è neppure comparabile.

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Un confronto tra le modalità di gestione degli scarti organici 

In che misura le principali soluzioni di gestione dei rifiuti e degli scarti organici rispondono alle esigenze della popolazione e del territorio in termini di sostenibilità ambientale? Nel 2020 abbiamo collaborato nella realizzazione di una ricerca finalizzata alla comparazione tra diversi processi:

  • Smaltimento dei rifiuti in discarica
  • Compostaggio: trasformazione di rifiuti organici in ammendante utilizzabile in agricoltura
  • Valorizzazione energetica in un impianto a Biogas
  • Bio-conversione con insetti in grande impianto centralizzato con allevamento a cassette
  • Bio-conversione con il processo BEF in impianti di piccola taglia con i Bioconverter
  • Processo BEF + BIOGAS: Integrazione della tecnologia BEF con il recupero di calore a impianti biogas

Discarica Compost Biogas Insetti grande impianto BEF BEF + Biogas
Valorizzazione territoriale 3 29 62 71 88 88
Valorizzazione socio-economica 23 50 49 63 63 68
Riduzione dei rifiuti 7 15 19 15 23 25
Valore economico dell'output -4 -2 15 35 44 50
Efficienza del processo produttivo 27 69 85 103 123 127
Efficienze strutturali 43 70 61 97 97
Sicurezza 21 51 77 56 80 80
Valore somma 77 255 377 404 518 535

La tabella evidenzia l’impatto positivo del modello industriale della BEF Biosystems e soprattutto il valore aggiunto ulteriore generato dall’abbinamento tra Bugsfarm e impianti di produzione energetica rinnovabile.

Impact
Impact

Dalla analisi si evidenzia quanto segue:   

  1. Come prevedibile, lo smaltimento in discarica è il sistema di gestione dei rifiuti con la peggiore prestazione di sostenibilità in relazioni a tutti i parametri di impatto. Del resto, è un modello osteggiato da tutte le politiche comunitarie in tema di rifiuti, anche se ancora molto presente in molte realtà territoriali. 
  2. La produzione di compost da FORSU presenta diversi elementi di merito, anche se i costi di gestione della raccolta differenziata e di smaltimento sono molto rilevanti. I problemi di odore ambientale che comporta lo rendono inoltre un processo facilmente osteggiabile dalle comunità locali. Infine, anche la possibilità di valorizzazione economica del compost è più ipotizzata che reale in quanto in effetti il materiale è, normalmente, di scarsa qualità senza una effettiva collocazione commerciale (a differenza delle feci di insetti che costituiscono un ammendante di buona/ ottima qualità). 
  3. Biogas e Bio-conversione presentano un buon livello di impatto positivo, che diventa ottimo nel caso di BEF + BIOGAS in quanto in tal modo si valorizzano ulteriormente delle strutture industriali esistenti, riducendo il carico territoriale e le complessità amministrative, oltre a combinare in maniera sinergica i benefici del recupero del surplus termico dell’impianto biogas con l’esigenza energivora degli insetti, dovuta alle necessità di climatizzazione degli ambienti di allevamento.
  4. Tra i due processi di bio-conversione confrontati, è da evidenziare come il sistema BEF (con Bioconverter) si faccia preferire al sistema di allevamento di insetti in capannoni perché rende possibile ridurre in maniera significativa i notevoli consumi energetici di questi ultimi (gestione del microclima, riscaldamento invernale e raffrescamento estivo, funzionamento dei macchinari). 
  5. Infine, sul piano della sicurezza degli ambienti di lavoro, il confronto tra i due processi rende preferibile la soluzione diffusa proposta dalla BEF anche per le condizioni di esercizio per i lavoratori impegnati nella conduzione degli allevamenti (microclima operativo e ergonomia dei posti di lavoro).

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